Ho letto con stupito interesse l’articolo pubblicato il g- 23 dedicato alla conferenza stampa di un’altra Varese possibile. Interessante che Varese news dia spazio anche a realta politiche nuove e ancora in fase di formazione ma vorrei porre qualche domanda:come mai l’articolo non cita neppure una frase delle tre persone che hanno presentato il progetto e che dovevano interessare per la sua novità e per il radicale cambiamento che si propongono di portare nella prassi politica della citta°. Come mai l’articolista non ha dato nessuno spazio alla novità del progetto ma si è sentito autorizzato a declassarlo al ruolo di un tentativo di riunificare “rimasugli”di vecchie forze politiche?Perchè tanta insistenza nel catalogare le persone secondo le loro vecchie sigle ed etichette che loro si sono impegnati a mettere da parte per lavorare ad un progetto nuovo che vuole caratterizzarsi per partecipazione, nuovo criterio nella definizione delle priorità,realizzazione del principio di totale uguaglianza con i nuovi cittadini di Varese dall’articolo definiti ancora una volta stranieri? e perché non dare la parola alle persone che erano in sala e che forse non sono mai appartenute a nessun partito?i .Sinceramente il nostro lavoro non è stato ben interpretato. Gisa Legatti
Mi permetto di fare una sola precisazione riguardo i commenti intorno alla proposta di comperare una nave che serva a salvare vite nel mediterraneo.Il problema o meglio l’obiettivo che questa iniziativa si pone riguarda la SALVEZZA di vite umane, non entra e non tratta il problema dell’accoglienza. Ritiene umano e irrinunciabile salvare: questo è un obiettivo etico, organizzare l’accoglienza è un problema politico e non posso non portare a riva delle persone perché non sono capace di accoglierle: prima le salvo e poi, dato che il problema dura da decenni, dovrei già aver acquisito la capacità di disporre di una corretta accoglienza. È su questa urgenza che devono essere messe alla prova le capacità dei governi e la collaborazione della società civile, ma la salvezza di una vita deve rimanere il primo irrinunciabile obiettivo. Sull’accoglienza lei dice cose interessanti su cui discutere ma sul salvare non esiste nessuna esitazione.
Ho letto con stupito interesse l’articolo pubblicato il g- 23 dedicato alla conferenza stampa di un’altra Varese possibile. Interessante che Varese news dia spazio anche a realta politiche nuove e ancora in fase di formazione ma vorrei porre qualche domanda:come mai l’articolo non cita neppure una frase delle tre persone che hanno presentato il progetto e che dovevano interessare per la sua novità e per il radicale cambiamento che si propongono di portare nella prassi politica della citta°. Come mai l’articolista non ha dato nessuno spazio alla novità del progetto ma si è sentito autorizzato a declassarlo al ruolo di un tentativo di riunificare “rimasugli”di vecchie forze politiche?Perchè tanta insistenza nel catalogare le persone secondo le loro vecchie sigle ed etichette che loro si sono impegnati a mettere da parte per lavorare ad un progetto nuovo che vuole caratterizzarsi per partecipazione, nuovo criterio nella definizione delle priorità,realizzazione del principio di totale uguaglianza con i nuovi cittadini di Varese dall’articolo definiti ancora una volta stranieri? e perché non dare la parola alle persone che erano in sala e che forse non sono mai appartenute a nessun partito?i .Sinceramente il nostro lavoro non è stato ben interpretato. Gisa Legatti
in Sinistra rossa e immigrata, nasce l’anti Pd
Mi permetto di fare una sola precisazione riguardo i commenti intorno alla proposta di comperare una nave che serva a salvare vite nel mediterraneo.Il problema o meglio l’obiettivo che questa iniziativa si pone riguarda la SALVEZZA di vite umane, non entra e non tratta il problema dell’accoglienza. Ritiene umano e irrinunciabile salvare: questo è un obiettivo etico, organizzare l’accoglienza è un problema politico e non posso non portare a riva delle persone perché non sono capace di accoglierle: prima le salvo e poi, dato che il problema dura da decenni, dovrei già aver acquisito la capacità di disporre di una corretta accoglienza. È su questa urgenza che devono essere messe alla prova le capacità dei governi e la collaborazione della società civile, ma la salvezza di una vita deve rimanere il primo irrinunciabile obiettivo. Sull’accoglienza lei dice cose interessanti su cui discutere ma sul salvare non esiste nessuna esitazione.
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