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Gianni Loiacono

  • Vive a Ferrara FE

I miei commenti (1)

  1. Io credo che sia necessaria una riforma della separazione e divorzio che deve partire da sue premesse fondamentali e lessicografiche:
    – tutelare i minori;
    – garantire equità e parità di diritti tra i coniugi.
    Riguardo all’aspetto economico il matrimonio richiede che il coniuge più debole economicamente, sia uomo sia donna, debba essere supportato dall’altro coniuge, se non è in grado di mantenersi e questo deve continuare;
    Riguardo alla violenza, ovviamente chi è autore di violenza (sia uomo sia donna) deve essere cacciato via di casa se la violenza è grave ed urgente. Se c’è una denuncia per violenza, ma non urgente, il denunciato va sottoposto a giudizio ordinario del giudice. Anche in caso di infedeltà ed abbandono nei casi più gravi si può decidere l’allontanamento del coniuge colpevole.
    In tutti gli altri casi ci vuole una legge perfettamente simmetrica tra uomo e donna, perché se no è evidente che la parte tutelata dalla legge ne può approfittare indebitamente.
    Io credo che vada tutelato il nucleo famigliare, e quindi chi chiede la separazione (sia uomo sia donna) se ne deve prendere le responsabilità. Deve lasciare la casa perché se decidi di andare via la responsabilità è tua. Chiaramente i figli e l’altro coniuge hanno diritto di rimanere dove sono perché fanno parte della famiglia. I coniugi possono decidere diversamente di comune accordo, ma questa deve essere la regola e non l’eccezione.
    Il decreto Pillon va abbastanza nella giusta direzione. Si può migliorare, ma certo è un passo avanti rispetto alla legge esistente.
    Superare il problema della permanenza dei figli in due domicili diversi è abbastanza facile, basta che i figli rimangano dove sono sempre stati, ma possono decidere diversamente di comune accordo con i genitori.
    Riguardo al mantenimento dei figli, ovviamente entrambi i coniugi devono contribuire adeguatamente e questo va controllato, ma ha ragione Pillon nel dire che il contributo del genitore deve andare direttamente ai figli e non passare dalla gestione dell’latro coniuge, che può non essere trasparente. Inoltre, oltre alla trasparenza, è fondamentale garantire ad entrambi i genitori di poter provvedere direttamente alle spese dei figli, per una questione di responsabilizzazione e di diritto del genitore a decidere le spese di comune accordo con i figli, non solo con l’altro coniuge ed in base alle proprie preferenze di genitore, preferenze che vengono ingiustamente eliminate dalla legge attuale (ovviamente a meno che non ci siano cause oggettive che impediscano il contributo diretto).
    E’ evidente che la legge attuale calpesta i diritti del genitore non collocatario (sia uomo sia donna) e questo è del tutto inaccettabile.

    in Se il “decreto Pillon” fosse legge: l’avvocato risponde

    15 Aprile 2019 alle 14:16

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