Una foto a ogni abitante per raccontare il Coronavirus a Travedona Monate
È l'iniziativa lanciata da Riccardo Posteri, biotecnologo appassionato di fotografia, con l'aiuto della Pro loco di Travedona Monate. Sabato 6 giugno è l'ultima occasione per farsi ritrarre
Forse il Coronavirus non è riuscito a cambiare le persone, ma sicuramente ne ha trasformato il volto. C’è chi la preferisce nera, chi colorata e chi – dai gusti più classici – punta su quella chirurgica, sta di fatto però che le mascherine sono ormai diventate una realtà della vita di tutti i giorni. Utili per ridurre la diffusione del contagio, le mascherine allo stesso tempo nascondono gran parte del viso di tutti coloro che le indossano correttamente, e anche nelle strade dei paesi più piccoli è diventato difficile distinguere i volti di chi si incrocia per strada. Una situazione unica che Riccardo Posteri, biotecnologo di Travedona Monate, ha deciso di raccontare con la sua macchina fotografica ritraendo il volto di tutti gli abitanti del suo paese.
Il primo appuntamento con “C’era un volto” è stato il 23 maggio al cineteatro Santamanzio di Travedona. Nel corso di tutta la giornata circa 130 persone si sono lasciate fotografare con e senza mascherina nel rispetto di tutte le norme sanitarie e di distanziamento. «L’iniziativa – spiega Riccardo – è aperta a tutti gli abitanti di Travedona Monate. Abbiamo deciso di organizzare una seconda sessione fotografica sabato 6 giugno, per permettere ad altre persone di partecipare. Chi viene a farsi fotografare di solito lascia scritto anche un pensiero: un piccolo commento su questi giorni così strani».
Una passione, la fotografia, che nelle mani di Riccardo è diventata uno strumento per raccontare il proprio paese e i suoi abitanti alle prese col Coronavirus. «Tutto è iniziato- racconta Riccardo – quando dopo le prime settimane chiuso in casa sono uscito per fare la spesa. Mentre camminavo mi sono accorto che a causa delle mascherine facevo fatica a riconoscere ogni persona che incontravo. L’iniziativa “C’era un volto” è nata proprio per ricordare questo periodo di isolamento. Il senso è quello di comunicare cosa abbia significato per una piccola comunità come la nostra nascondere quei volti che tutti noi siamo abituati a riconoscere per le vie del paese dietro una maschera».
Lanciare questa idea, però, non è stato facile. «A causa del lockdown – ricorda Riccardo – si sono avute tante difficoltà nel far girare la voce tra gli abitanti del paese. Per questo è stato importante l’aiuto della Pro loco di Travedona Monate, che si è anche impegnata per trovare gli spazi adatti dove tenere le sessioni fotografiche».
L’appuntamento del 6 giugno è l’ultima occasione per farsi fotografare, ma questa è solo la prima parte di un progetto più ampio. L’obiettivo di “C’era un volto” è infatti quello di organizzare una mostra aperta a tutta la popolazione con le fotografie e i pensieri di chi ha partecipato all’iniziativa. «Siamo ancora – spiega Riccardo – alla ricerca del posto adatto dove organizzarla nel rispetto delle norme di distanziamento, ma pensiamo di riuscire ad allestirla entro la fine dell’estate. Se poi le persone saranno interessate, ci piacerebbe anche riunire tutte le foto in un libro e pubblicarlo».
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