Formazione permanente,
città meno congestionate, tolleranza e rispetto della legalità. Sono i punti di
riferimento che Pierluigi Galli porta con sé in questa campagna elettorale. 50 anni,
sposato, una figlia, segretario dei Ds di Gallarate, insegnante, ricercatore storico,
Galli sfiderà Giovanna Bianchi nel collegio di Gallarate per la camera dei deputati. Uomo
di sinistra, si sente orgoglioso di appartenere a un grande paese come l'Italia e propone
una visione della vità più serena e meno condizionata dalle esagerazioni del mass-media,
che in questi anni ci hanno presentato la visione di una nazione "simile a una
giungla".
Che cosa deve fare un parlamentare per
essere punto di riferimento del territorio?
Essere presente come prima cosa. Io sono
stupito di quanta poca gente conosca il parlamentare della passata legislatura. Ed é una
cosa che ho verificato in questi giorni di continui incontri con il territorio. Penso
invece che sia importante una costante ricognizione dei bisogni, un rapporto con gli enti
istituzionali e una buona dose di incontri pubblici per rappresentare tutte le istanze.
I parlamentari di Lega e Polo non sono
stati dei buoni punti riferimento secondo lei?
Secondo me questo territorio non é stato
adeguatamente rappresentato.
Ma il governo era dell'Ulivo.
Non é un problema determinato dal fatto che
loro stavano all'opposizione a Roma. La verità é che c'é stata una certa acquiescenza
verso la parte politica che governa la Provincia e la Regione.
Seguendo il suo ragionamento questo
avrebbe determinato delle conseguenze negative. Quali?
Una per tutte. Non c'é stata una
pianificazione seria del territorio.
A proposito di pianificazione, una
delle vicende più emblematiche è quella di Malpensa. Cosa si deve fare in futuro per non
ripetere gli errori del passato?
Bisogna tenere presenti tre istanze: quelle
degli enti locali, dei comitati e delle istituzioni superiori come Stato e Regione.
Bisogna che si mettano tutti intorno a un tavolo e che lavorino assieme. Malpensa c'è
cascata sulla testa. Le responsabilità sono del governo Berlusconi e della Sea, ovvero
Comune di Milano e Regione. Per uscire da questa situazione occorre che sia affidata più
responsabilità agli enti locali del territorio, che venga fatta una valutazione di
impatto ambientale e che si dia avvio ai lavori di una commissione aeroportuale. Se si
riescono a conciliare le ragioni dello sviluppo con quelle della tutela ambientale, bene.
Altrimenti non bisogna aver paura di soluzioni drastiche.
Lei parla di equilibrio nella
salvaguardia dell'ambiente. Può essere più preciso?
Le faccio un esempio. Io abito vicino a due
supermarket. Questo vuol dire che sulla mia testa decollano ogni giorno migliaia di
macchine. Credo sia necessaria una valutazione di impatto ambientale anche per queste
situazioni. Solo nel mio collegio elettorale ci sono 80mila automobili che messe assieme
formano una coda di 350 chilometri con un sistema infrastrutturale ai limiti del collasso.
Bisogna rivedere tutto questo modo di programmare il futuro, coinvolgendo di più gli enti
locali
Si parla molto di immigrazione. Noi
abbiamo Malpensa, dove, ad esempio, esiste anche un problema sull'accoglienza dei
rifugiati politici. Come armonizzare gli interventi?
Non c'é automatismo tra Malpensa e
l'immigrazione. La gran parte dei flussi viene da altre strade. Malpensa é un momento di
filtro. E' giusto accogliere e distinguere i rifugiati dai clandestini. I rifugiati é
giusto che vengano protetti per quello che rappresentano, nel rispetto delle convenzioni
internazionali. Il vero problema strategico legato all'immigrazione è però un altro.
Quale?
Sempre nel collegio di Gallarate, su 130mila
abitanti, un terzo ha più di 60 anni. La popolazione invecchia. E' necessario un processo
di integrazione intelligente perché la presenza degli immigrati é parte del nostro
futuro. Soprattutto nel mondo del lavoro. Pensate che un terzo degli immigrati é
minorenne e quali riflessi ha questo dato sul nostro domani. D'altronde è da respingere
una filosofia dell'usa e getta per cui gli stranieri ci vanno bene in fabbrica ma nella
società li si respinge.
In concreto, che cosa ha fatto l'Ulivo
per l'Italia e per Gallarate, Tradate e dintorni?
Ha fatto tante cose. La riforma
dell'istruzione che ha introdotto il concetto di formazione permenente é stata la prima
dopo settant'anni. Poi ha lavorato bene sul fronte occupazione e i riflessi si sono visti
anche da queste parti. Per la nostra provincia, durante il governo dell'Ulivo, é stato
istituito il polo universitario varesino, che ora sta diventando un punto di riferimento
per tutto il territorio.
Restiamo sul tema della formazione.
Quale differenza c'é tra Casa delle libertà e Ulivo?
La Casa delle libertà vuole smantellare il
sistema scolastico così come lo conoscevamo. Prendiamo la logica di Formigoni sul buono
scuola. E ancora le idee del polo sugli investimenti scolastici. Si vuole far passare una
logica secondo cui la scuola deve essere gestita come un'azienda, legando magari i
finanziamenti al numero degli studenti. Ma questo vuol dire penalizzare il rapporto con il
territorio e mortificare gli investimenti formativi sul futuro, che non possono essere
legati solo a logiche quantitative.
Cosa pensa della polemica sulla
faziosità degli insegnanti e dei libri di testo?
Il concetto é che esiste una libertà di
insegnamento sancita dalla costituzione. Non è vero poi che i libri di testo siano così
ideologizzati. Il controllo sui professori significa la fine della libertà. Imporre libri
di testo idem. Questa destra é un pericolo gravissimo per la scuola perché non ha il
senso dello stato ed esprime una cultura intollerante. Basta vedere come si sono
comportati nella sanità e nella formazione professionale in Lombardia: chi non ha la
tessera ha la carriera o i finanziamenti bloccati. Se questo dovesse accadere anche nella
scuola i finanziamenti statali comincerebbero ad essere subordinati a un allineamento
ideologico.
Perché i cittadini dovrebbero
guardare con favore alla riforma voluta dall'Ulivo?
Perché ha elevato l'obbligo scolastico e
soprattutto l'obbligo formativo fino a 18 anni, accostando la formazione culturale a
quella professionale. Poi ha introdotto l'obbligo formativo degli adulti. Questo vuol dire
giovani generazioni più preparate e più aperte alla flessibilità e possibilità di
restare sul mercato per gli adulti. Con l'autonomia le scuole si stanno radicando
fortemente nel territorio. Prendiamo la scuola di Gallarate, nella quale io lavoro.
L'autonomia è il massimo del decentramento. Abbiamo avviato progetto con le aziende in
cui anche i giovani operai possono venire nei nostri laboratori per fare formazione.
L'Ulivo ha fatto investimenti sul personale e per contrastare l'evasione scolastica come
mai nessun governo. E' tutto perfettibile, ma d'altronde la perfettibilità é nello
spirito stesso della riforma.
Che futuro immagina per il territorio
nel quale vive?
Abbiamo un Nord della provincia con una
notevole vocazione turistica. Non vorrei esagerare, ma mi sembra che ci siano zone tra le
più belle del mondo. La parte di Gallarate, Busto e Saronno invece sarà sempre più
legata al terziario avanzato e avrà bisogno di ogni supporto possibile. Credo ci voglia
una maggiore pubblicizzazione del nostro territorio al di là dei confini provinciali. Mi
viene in mente ad esempio che Gallarate ha una storica tradizione nel settore dei ricami e
delle oreficerie. Quanti lo sanno?
Che cosa esprime oggi l'Ulivo?
Non esprime un padrone e questo é già un
buon motivo per votarlo. E' la sintesi dei tre elementi fondanti della democrazia
italiana: laica, socialista e cattolica. E' una sintesi forte. Dall'altra parte che cosa
abbiamo? Una cultura legata solo alla difesa della competizione senza regole, del razzismo
xenofobo e dell'autoritarismo della destra estrema.
R.R.
Chi
è Pierluigi Galli
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