Era partita come una candidatura "sicura", con addirittura
la firma da parte di 32 sindaci e dei presidenti delle comunità montane, quella che
appoggiava il "figlio del territorio" - così veniva definito nel documento -
Silvio Fiorini alla corsa per la Camera coi colori del Polo nel collegio di
Luino.
Poi la notizia che dà della sostituzione del sindaco di Pino Lago Maggiore, nonchè
presidente della Comunità Montana del Luinese, con un candidato dal nome illustre,
Giuseppe Cossiga, figlio del più noto picconatore Francesco.
Un salto indietro di cinque anni - quando
per lo stesso collegio si candidò lo "sconosciuto" Massimo Berruti - ,quindi,
che non è andato giù ai 26 sindaci e 3 presidenti di Comuinità Montana schierati col
Polo che contestano la candidatura dall'illustre nome. Le motivazioni sono da ricercarsi
principalmente nel fatto che un candidato lontano dal territorio potrebbe a sua volta
allontanare gli elettori al momento della scelta elettorale; infatti - recita un passo
della lettera inviata ai vertici del partito - «a prescindere dalle qualità del singolo,
candidature artefatte o imposte dall'alto rischiano di provocare disaffezione».
E questa rivolta sembra stia dando i primi
frutti. La raccolta di firme per il "figlio illustre" non starebbe andando come
previsto. I tempi ormai sono agli sgoccioli ma i supporter del candidato non si fanno
avanti. Qualche preoccupazione per il raggiungimento del quorum richiesto serpeggia.
Entro lunedì andranno raccolte le firme richieste dal regolamento a sostegno del
candidato, ma l'affanno di queste ore la dice lunga sul fiato corto della Casa delle
Libertà nel collegio di Luino.
Andrea Camurani |