Luino - La scelta del candidato del Polo alla Camera commentata dal gruppo politico Luinese vicino a Rifondazione
RedAzione: «Cosa c'entra il figlio di Cossiga con Luino?»

Riceviamo e pubblichiamo

Cosa c'entra il figlio di Cossiga con Luino? La domanda potrebbe apparire retorica, vista la prassi metodologica usata dalla Casa delle Libertà per la designazione dei candidati nel nostro collegio. 
Alla Camera la CDL presentò nel 1996 un candidato del tutto estraneo alla nostra territorialità: Massimo Maria Berruti, il quale, implicato in vicende giudiziarie (scandalo tangenti Icomec, ed ulteriori processi legati a Silvio Berlusconi) fu considerato dal leader di Forza Italia "un perseguitato" che "va tutelato in qualche modo". 
Ovviamente il candidato di Forza Italia vinse senza problemi e da allora mai più nessuno lo vide nel territorio che gli garantì la presenza in Parlamento. Tutti sanno che il collegio di Luino fa parte di quei luoghi ritenuti "blindati" dalla Casa delle Libertà. Sino a qualche giorno fa, a distanza di cinque anni da quell'esperienza, sembrava che la CDL avesse cambiato linea di condotta. Nei mesi scorsi numerosi sindaci del Luinese avevano raccolto firme e proposto come candidato per il collegio alla Camera di Luino un esponente locale. Presidente della Comunità Montana delle Valli del Luinese, conosciuto e apprezzato da molti, era senza dubbio un candidato "del territorio". Badate bene, la questione si pone più sul metodo che non sul merito. La valutazione che un gruppo come RedAzione (movimento locale legato idealmente a Rifondazione Comunista) poteva farne era ovviamente molto critica dal punto di vista politico, ma senza alcun dubbio non potevamo esimerci dal riconoscere la chiara conoscenza del candidato alla realtà locale e ai meccanismi legati ad essa. Improvvisamente però la candidatura, in questi ultimi giorni, è stata clamorosamente bocciata. Così al posto del candidato locale, la CDL presenterà nel Collegio di Luino per la Camera dei deputati (uninominale) il figlio di Francesco Cossiga. Ci sembra abbastanza ovvio che tale candidatura sia da ritenersi una scelta esclusivamente legata a giochi di potere. 
Come cinque anni fa quindi, si utilizza un collegio "sicuro" per tattiche e favori contrapposti. 
Non crediamo di esagerare nel ritenere offensivo da parte della CDL un comportamento di questo tipo nei confronti dei cittadini. La contrattazione dei candidati a posti sicuri rappresenta l'espressione più chiara di una democrazia malata. Queste prassi meschine rinnegano il ruolo nobile della politica, sviliscono il coinvolgimento delle passioni e delle idealità. Queste elezioni politiche saranno difficili e insidiose soprattutto per il partito della Rifondazione Comunista a cui facciamo riferimento. Il nostro invito, rivolto a tutta la sinistra,è quello di riproporre in maniera forte le ragioni alte della politica: le questioni sociali, ambientali, sanitarie. Dobbiamo tutti noi praticare un grande sforzo, parlare alla gente, essere presenti ovunque sul territorio, anche in quei luoghi (come nel nostro collegio) dove la partita sembra essere stata già giocata.

                                                           Collettivo RedAzione Luino