Due a due. Questi i
numeri dell'incontro organizzato dal giornale a pochi giorni dalle consultazioni
elettorali. Da una parte i parlamentari uscenti, entrambi della Casa della libertà: il
senatore Piero Pellicini di An e il deputato Giancarlo Giorgetti della Lega nord. Il
primo è candidato nel collegio senatoriale di Varese e il secondo nel collegio per la
camera di Sesto Calende. Dallaltra gli uomini dellUlivo, due ex sindaci.
Manolo Marzaro che contende la carica a Pellicini e Lorenzo Carabelli per la camera nel
collegio di Varese. Le infrastrutture e la
viabilità del nord della provincia, ma anche i malcontenti delle allenze, la
sfiducia (foto da sinistra,
Pellicini, Marzaro, Carabelli e Giorgetti)
degli elettori: di questo hanno parlato i candidati. Un incontro pacato e lontano dai toni
forti della campagna nazionale. Della quale ha comunque ripercorso, anche sulle problematiche locali, le linee guida. Come quella
del federalismo, che individua due modi distinti di agire, ma anche contraddizioni negli
schieramenti.
Le infrastrutture e
la viabilità, la questione della Valceresio
e Alptransit, come rientrano nei vostri programmi?
Manolo Marzaro:
ll programma relativo a opere infrastrutturali nella provincia di Varese non può prescindere dalla nuova situazione che si
è creata con lapprovazione della nuova legge sullo stato federale, che modifica
anche i rapporti tra le istituzioni a vari livelli e tra queste e i cittadini. E uno
scenario nuovo che impone lesaltazione delle capacità progettuali e propositive del
territorio. Un valido punto di riferimento, forse snobbato da comune e provincia di
Varese, è il piano strategico dellarea varesina, quello formulato
dallUniversità dellInsubria. Allinterno di questo piano sono già
comprese delle problematiche prioritarie che dovranno essere integrate con quelle del nord
della provincia, una zona a vocazione (foto:
Pellicini e Marzaro) turistica, una fra tutte il
progetto di rilancio della Sponda Magra del Lago Maggiore, per arrivare ad individuare le
necessità utili al rilancio della nostra provincia. Se questa operazione non sarà
condotta su un tavolo di concertazione allargato a tutte le forse sociali e ai comuni, lo
spirito federale della legge ne risulterà mortificato andando ad esaltare una componente
deleteria, quella del diritto di veto
Ma è vero che esiste uno stato federale?
Quale la posizione della Lega?
Giancarlo Giorgetti: Noi
abbiamo grandi riserve su questa riforma federale, poiché lascia margini di
inderterminatezza troppo grandi. Il problema è quello di stabilire a chi spetta il
compito di progettare e implementare le opere. Superato questo ne rimane un altro
fondamentale che è quello delle risorse finanziarie. Quando si parla di Alptransit, non
possono entrare in gioco solo comuni e provincia, le dimensioni dellopera non lo
permettono. Per fare un esempio: le strade statali o ex statali ora sono a carico delle
regioni, ma di quante risorse dispongono nella pratica le regioni? Purtroppo le esperienze
dellAnas, con diretto riferimento alla Lombardia e alla nostra provincia è
fallimentare, perché le risorse sono state drammaticamente insufficienti. Inutili in tal
senso i tentativi dellUlivo, per noi insufficienti, nel momento in cui ci sono da
dividere le risorse, la macchina romana inevitabilmente si arena su rendite di posizione
che derivano dal tempo, che non possono essere scalfite per non fare saltare gli
equilibri.
M.M. Quello che dice Giorgetti
è comprensibile alla fine di un percorso, non allinizio, definire chi fa e progetta
le opere non può essere introdotto in una riforma istituzionale, la prossima legislatura
dovrà decidere come applicare questa legge, che non è restrittiva nellassegnazione
delle competenze.
Sul federalismo e la realizzazione
delle infrastrutture il programma del Polo parla di progetto-obiettivo, grandi
infrastrutture decise dal centro, come si integra questo disegno con la vostra posizione
del federalismo? È in contraddizione?
G.G. Sotto il profilo
concettuale cè unevidente contraddizione, sotto quello pratico è
lunica soluzione possibile. Alcune opere, ne sono state elencate dodici, hanno un
rilievo strategico nazionale e internazionale, non possono essere soggette al potere di
veto che in conferenza di servizi, specie prima con lobbligo dellunanimità,
di fatto bloccava qualsiasi tipo di iniziativa. Per un numero limitato di opere occorre
accettare uno strumento che permetta di implementare i progetti, altrimenti si perde il
treno della modernità e del progresso.
La stessa domanda
allUlivo, la conferenza dei servizi è passata dallunanimità alla
maggioranza, questo cambiamento permette di uscire dallostacolo del diritto di veto?
M.M.: La
normativa vigente ci sembra sufficiente a garantire tutti i passaggi. Mentre il meccanismo
della Cdl può diventare prevaricante, quello della conferenza dei servizi coinvolge le
popolazioni dei residenti. Comunque lo strumento che abbiamo individuato, trasformato a
maggioranza rileverà dei dissenzi, ma permetterà anche ricomposizioni
Questo non implica un allungamento
della burocrazia?
M.M. La burocrazia ha i suoi
tempi, noi amministriamo soldi pubblici, non siamo unazienda,, non possiamo adottare
solo criteri economici, nei limiti del possibile dobbiamo operare cercando il consenso. Ci
sono poi opere strategiche che necessitano scelte difficili, che andranno comunque contro
il consenso"
Lorenzo Carabelli: ho fatto il sindaco per parecchi anni, non credo nelle
lungaggini amministrative e burocratiche, basta conoscere come funziona il meccanismo e
spingerlo per farlo funzionare.
Su alcuni temi del
nord della provincia, cè stata una vacanza notevole dei politici del territorio. Il
luinese avrà unimportanza strategica rispetto ad una serie di progetti, come vi
confrontate con questo territorio?
Piero Pellicini:
Personalmente sto lavorando per la ristrutturazione della linea Bellinzona, Zenna,
Luino Sesto Calende e Novara, con derivazione su Malpensa. Un progetto importante per
lintera economia dellAlto Verbano e della Lombardia che seguo da tre anni,
quando riuscimmo in commissione lavori pubblici a far passare uno stanziamento di 60
miliardi per la ristrutturazione della linea Zenna-Luino e di 350 miliardi per la
ristrutturazione del nodo di Novara, nellottica di collegare la Germania con il mare
passando da Luino. La rivalutazione di questa linea avrebbe lindubbio interesse sia
svizzero che nostro di scaricare dal traffico nodi come Lugano e Milano. La
ristrutturazione della linea avrebbe ha senso ora per la presenza di Malpensa: metterebbe
infatti in collegamento gli svizzeri con lhub, inoltre il potenziamento di una linea
merci di traffico intermodale decongestionerebbe il traffico su gomma. E considerato che
in questultimo vantaggio rientra anche linteresse dellindustria e non
solo dellHupac stiamo studiando un intervento pubblico-privato per la creazione di
una zona antirumore ed ecologica. Punteremo al massimo anche sulla Stabio-Arcisate che
avrà unaltra filosofia in parte avrà un traffico medio-pesante, in gran parte
avrà un traffico passeggeri.
M.M. E
un progetto molto avanzato e nella riorganizzazione complessiva del traffico offre un
indubbio vantaggio a quello su gomma, ma si aprono tanti problemi in modo frammentato. In
questo caso la conferenza dei servizi serve ad affrontare i problemi nel suo complesso, la
capacità del territorio di individuare scelte strategiche deve essere affrontata su un
tavolo di soggetti che riescano ad individuare anche le ricadute negative. Questa è una
impostazione totalmente distinta dalla vostra che in sostanza dice che il governo centrale
indipendentemente dal parere degli enti locali progetta e fa.
G.G.:
Abbiamo individuato delle opere strategiche, dodici, sulla quale anche la Lega ha
accettato di derogare. La conferenza dei servizi, teoricamente ottimo strumento, dal punto
di vista pratico ha dimostrato di essere inefficiente. Questo paese deve cambiare marcia,
pena la modernizzazione, questo significa cedere anche sul principio del
federalismo.
Esiste un possibile
collegamento tra questo disegno di riorganizzazione delle infrastrutture e il rilancio
turistico della zona?
P.P. con
questa linea ferroviaria, il turista potrà venire sul lago in Italia e in Svizzera
perché tutto laltomilanese sarà collegato a tutto laltovaresotto. La
ricchezza dei laghi è penalizzata dalle strade e dalla mancanza di alberghi, se parte un
progetto turistico di sviluppo, per cui laeroporto di Malpensa diventi
laeroporto della provincia dei laghi, si sarà realizzato il sogno di avvicinare e
rendere fruibili i nostri bacini.
Laccordo nella Casa della
Libertà ha generato problemi a livello locale?
P.P. :a
livello locale ci sono rapporti consolidati anche fra gli uscenti. Non esiste una
discrepanza di fondo, ma linee di tendenza per esempio sul federalismo, che comunque tutti
abbiamo accettato come principio e inoltre il mio essere destra sociale è diverso dal
liberismo di Fi. Siamo una colazione di partiti con profonde radici alcuni, con profonde
differenze altri, ma con un accordo di fondo.
G.G.: la Lega a livello locale ha pesato nella
distribuzione delle candidature, ma oltre alla valutazione del peso dei partiti ha
funzionato anche la valutazione del lavoro svolto dai parlamentari. I ricandidati hanno
fatto un buon lavoro, questa valutazione è stata fondamentale. Certo quando si è
discusso a livello nazionale la Lega e chi la rappresenta ha fatto pesare il suo ruolo, da
questo gioco ne è uscita sicuramente penalizzata Fi e non poteva che essere così. Credo
che lalleanza cominci ad essere digerita bene anche a livello della base. Lo
testimoniano le esperienze fatte nei comuni che dimostrano un accordo non imposto
dallalto.
(foto: Giancarlo Giorgetti) Se poi si parla di persone paracadutate dallalto, questo è un
altro discorso e capisco che può avere creato scontento.
Rispetto alla campagna
elettorale, la sensazione è che la litigiosità qui non cè stata, ma la
partecipazione della gente non è stata esaltante, i candidati stessi non hanno brillato
per grande impegno
G.G.: Cè un drammatico disinteresse dei cittadini nei
confronti della politica, dei candidati e della loro progettualità. Purtroppo ci avviamo
verso una politica allamericana, in cui contano più delle idee, la visibilità del
leader. In una logica mediatica e personalizzata sui leader, intercettare i non
politicizzati è praticamente impossibile, gli incontri elettorali sono partecipati solo
dai militanti. E complessivamente cè un senso abbastanza diffuso di sfiducia
rispetto alle risposte della politica. Questa è la sensazione. Quello che faccio io è un
dovere che sento nei confronti dei cittadini, ma il clima continua a calare in termini di
attesa riguardo la politica.
La sua affermazione
non è certo incoraggiante
G.G.: Quello che si poteva fare ragionevolmente
labbiamo fatto, il problema è sostanziale, le ideologie non esistono più, le
passioni non esistono più, la gente percepisce come indistinto il messaggio che arriva
dai politici, di conseguenza votano il leader per motivi altri dalla sua politica.
M.M.: La gente non si appassiona, perché un candidato ha
presentato un programma raffazzonato solo su Internet, perché ha basato la sua campagna
su slogan e cartelloni, perché ha fatto della politica spettacolo. Senza il rifiuto di
questa volgarizzazione non si può pretendere lavvicinamento
dellelettore
P.P.: Lepoca delle ideologie è finita, cè una
maturità diversa e noi di An non rimpiangiamo lisolamento e il ghetto, a quel tempo
avevamo unidentità che quasi ci piaceva, il passo avanti di An è stato quello di
perdere questo collante che ci univa. E un processo che è successo a destra e a
sinistra, ci stiamo democratizzando, ma il risultato è che sui militanti noi dirigenti
siamo oggi il triplo. La gente è lontana anche perché si è stufata di promesse non
mantenute e della transumanza di eletti fra diversi schieramenti, il nostro obiettivo è
quello di conquistare lelettorato con opere di merito e non di compromesso.
Il suo discorso
paradossalmente si scontra con gli steccati ideologici continuamente riproposti dai
nuovi politici come Berlusconi. Perché cè questa esigenza di alzare e
di rivedere aspetti ideologici non veri?
P.P.: Occorre notare infatti che in questa campagna
elettorale la parte dei moderati lha svolta An, perché noi conosciamo il valore
della pace e della rinnovata pacificazione nazionale, ma questo è un atteggiamento
nostro. È anche vero che in questa campagna elettorale si è cercato di trovare una
differenza: accusare i Ds di veterocomunismo mira a rimarcare lesistenza di sacche
di veteropensiero, cè chi questo discorso in buona fede lo fa.
M.M.: In una campagna pianificata e giocata sulla tecnica
del marketing come questa, non è un caso che
escano toni di questo tenore. E non è un caso che non esista un programma che avrebbe
già prima delle elezioni rilevato delle discrepanze allinterno del vostro
schieramento. Le differenze che esistono nella Cdl sul federalismo, sulla questione
sociale, vi vedrebbero sicuramente non allineati con liperliberismo di Fi.
P.P.: In questo schieramento di forze An è dentro per due
motivi di sentinella: per lunità nazionale
e per la questione sociale.
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